Una giornata ideale per un esorcismo
- Hekatean J.
- 10 nov 2018
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 13 feb 2020
di Hekatean J.

“È una giornata ideale per un esorcismo !”
Con queste parole Regan MacNeil (Linda Blair) si rivolgeva a padre Karras (Jason Miller) nel famoso film L’Esorcista diretto da William Friedkin e tratto dall’omonimo romanzo di William Peter Blatty.
A parlare non è più la tenera e innocente bambina ma bensì il demone che la possiede, Pazuzu.
Tralasciando adesso la spettacolare trasposizione cinematografica con tutti i coup de théâtre hollywoodiani del caso, questo articolo si occuperà di Pazuzu, uno dei pochi demoni di tradizione millenaria ad aver fatto la sua “comparsa” sul grande schermo, svettando su moltissime altre divinità finite nel tenebroso oblio.
I motivi per cui Blatty scelse proprio questo demone sono ignoti; sarebbe interessante scoprire se fu una scelta dovuta al suo rango nella tradizione assiro-babilonese o giusto una casualità.
Scherzandoci su si potrebbe dire che Pazuzu aveva voglia di visibilità, un “demone rockstar” che è persino finito su magliette, poster e svariati gadgets, oltre che nell’immaginario collettivo degli amanti del cinema horror e non.
Pazuzu è un demone assiro-babilonese che fu molto popolare nel primo millennio a.C.
Nella mitologia Sumero Accadica risulta essere figlio di Hanbi (Hanpa), dio del male puro.
Pazuzu non è l’unico figlio di Hanbi. Il fratello Humbada (Huwawa) “il terribile” era a guardia della foresta dei Cedri, terra degli dèi, di cui si narra nell’ Epica di Gilgamesh.

Pazuzu è il re dei demoni dell’aria, i cui venti erano causa di siccità e distruzione durante le stagioni aride, e portatori di locuste e temporali nelle stagioni della pioggia.
Vi è da dire che Pazuzu, sebbene fosse uno spirito malevolo, veniva talvolta invocato per la protezione di donne in stato interessante e bambini, potenziali prede della demonessa Lamashtu.
Secondo alcuni studiosi di demonologia vi era un’alleanza tra Lamashtu e Pazuzu. Alleanza fuggevole in quanto le due figure, in seguito, vivranno di inimicizia.
Dal punto di vista iconografico, Pazuzu appare come la quasi totalità delle divinità arcaiche, in maniera antropomorfa. Corpo umano , mani dotate di artigli, un paio d’ali, coda di scorpione e testa di leone-serpente. Amuleti raffiguranti la sua figura (totale o soltanto parziale, soltanto la testa) erano molto comuni nel primo millennio a.C.
Il reperto più famoso, che è oggi conservato presso il Louvre di Parigi, è una statuetta alta circa 15 cm datata VIII secolo a.C.
Non distante da Mosul (nord Iraq), nella città di Nimrud (antica città Assira chiamata Kalhu) furono rinvenuti i più antichi reperti archeologici inerenti Pazuzu. Si tratta di una spilla d’oro che rappresenta la testa di Pazuzu e rinvenuta nella tomba di una nobildonna.
Talismani del genere dedicati a Pazuzu, solitamente raffiguranti la sua testa, erano comuni specialmente tra il sec. VIII ed il sec. VI a.C.

Spille, bracciali, ornamenti in oro e bronzo. In alcuni di questi Pazuzu appare con 4 ali piuttosto che due, ma la sua forma antropomorfa rimane, avente corpo umano e testa mostruosa, ricordando molto le famose figure dei Gargoyles che verranno molto dopo.
Amuleti dal punto di vista pratico a portata sempre di mano, da utilizzare in qualsiasi momento in difesa di eventuali “attacchi” di Lamashtu.
Un’altra località legata al culto di Pazuzu è la città di Hatra (che appare nella scena iniziale de L’Esorcista) che tristemente ha subito gli attacchi dell’Isis in anni recenti.

Il grande scrittore americano William S. Burroughs nel suo “Cities of the red night” dedica una interessantissima quanto insolita introduzione a Pazuzu ed altre divinità che, senza dubbio, viaggiano sulla stessa lunghezza d’onda:
“This book is dedicated to the Ancient Ones, to the Lord of Abominations, Humwawa, whose face is a mass of entrails, whose breath is the stench of dung and the perfume of death, Dark Angel of all that is excreted and sours, Lord of Decay, Lord of the Future, who rides on a whispering south wind, to Pazuzu, Lord of Fevers and Plagues, Dark Angel of the Four Winds with rotting genitals from which he howls through sharpened teeth over stricken cities, to Kutulu, the Sleeping Serpent who cannot be summoned, to the Akhkharu, who such the blood of men since they desire to become men, to the Lalussu, who haunt the places of men, to Gelal and Lilit, who invade the beds of men and whose children are born in secret places, to Addu, raiser of storms who can fill the night sky with brightness, to Malah, Lord of Courage and Bravery, to Zahgurim, whose number is twenty-three and who kills in an unnatural fashion, to Zahrim, a warrior among warriors, to Itzamna, Spirit of Early Mists and Showers, to Ix Chel, the Spider-Web-that-Catches-the-Dew-of-Morning, to Zuhuy Kak, Virgin Fire, to Ah Dziz, the Master of Cold, to Kak U Pacat, who works in fire, to Ix Tab, Goddess of Ropes and Snares, patroness of those who hang themselves, to Schmuun, the Silent One, twin brother of Ix Tab, to Xolotl the Unformed, Lord of Rebirth, to Aguchi, Master of Ejaculations, to Osiris and Amen in phallic form, to Hex Chun Chan, the Dangerous One, to Ah Pook, the Destroyer, to the Great Old One and the Star Beast, to Pan, God of Panic, to the nameless gods of dispersal and emptiness, to Hassan i Sabbah, Master of Assassins.
To all the scribes and artists and practitioners of magic through whom these spirits have been manifested….
NOTHING IS TRUE. EVERYTHING IS PERMITTED.”

BIBLIOGRAFIA
L'Epica di Gilgamesh
William S. Burroughs - Le città della notte rossa (Cities of the red night)
https://www.metmuseum.org/exhibitions/listings/2014/assyria-to-iberia/blog/posts/pazuzu
https://www.ancient.eu/Pazuzu/
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