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The Spectral Hyena: La fine del tutto.

  • Immagine del redattore: Hekatean J.
    Hekatean J.
  • 29 mar 2019
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 30 mar 2019

Di Hekatean J.



Il mondo occulto ed esoterico moderno pone l’attenzione, quando si tratta di animali totemici e simbolici, a bestie come serpenti, corvi, leoni, lupi.

Poca attenzione viene data ad un altro animale selvatico estremamente importante dal punto di vista simbolico e che gode di una tradizione di associazioni e raffigurazioni millenarie.

La Iena.

Basti pensare che i reperti più antichi, raffigurazioni e rappresentazioni artistiche, che hanno come oggetto la iena, risalgono al Paleolitico superiore (tra i 40.000 e i 10.000 anni fa).

Aristotele e Plinio il Vecchio furono alcune delle voci più autorevoli a parlarcene, introducendo questa figura nella cultura occidentale.

La iena è un animale le cui doti sono senza dubbio l’adattabilità, l’opportunismo, la spietata indole cacciatrice. Un animale in grado di nutrirsi anche di carogne, possedendo un sistema digestivo abbastanza particolare che permette persino di digerire pelle e ossa.

Ed oltre a questo, una sua virtù e dote è la pazienza.

La pazienza con la quale scegliere, studiare ed inseguire la vittima. Un singolo che diventa decine nel momento in cui si sferra il primo attacco alla preda. Quasi come fosse un piraña di terra.

Plinio raccontava di come porre un occhio di iena sotto la lingua permettesse di profetizzare il futuro.

È nel folklore Africano che troviamo un corpus interessante di tradizioni, credenze e pratiche in cui la iena beneficia di grande attenzione.

In Africa la iena viene considerata una personificazione della forza fisica, l’eccesso, la sacralità e la bruttezza. In alcuni racconti dell’Africa orientale (dei gruppi dei gogo e dei meru) la iena (maculata) è collegata con l’origine della morte, e più precisamente con la sua capacità di impedire all’umanità di ottenere l’immortalità, continuando a nutrirsi di cadaveri.

La setta di Korè di Mali considera la iena come una personificazione dell’ambivalenza sessuale. Ed è pratica iniziatica far indossare una maschera di iena al fine di integrare i princìpi maschili col femminile simulando movenze e attaggiamenti dell’animale in questione (alla maniera della danza della Taranta nostrana).

Gli Yoruba in alcuni dei loro rituali indossano una maschera di iena all’alba, a simboleggiare la fine della cerimonia chiamata èfè, in quanto la iena finisce gli scarti degli altri carnivori, rappresentando così la “fine di ogni cosa”.

Nel folklore del Nord Africa fu coniato persino un neologismo “were-hyena” la cui associazione con il licantropo diede vita a racconti in cui alcuni uomini altri non erano che iene travestite da uomini.

In Somalia il “Qori Ismaris” era tradizionalmente un uomo con la capacità di trasformarsi in uomo-iena per mezzo di una bastone magico.

In Etiopia, secondo le tradizioni locali, il Bouda è il cosiddetto siddhi (potere) posseduto da alcuni stregoni di trasformarsi in iena (iena mannara per l’esattezza).

Questo breve elenco di superstizioni e tradizioni folkloristiche ci permettono di dirigere il discorso verso l’ambito occulto ed esoterico.

Kenneth Grant nel suo “Nightside of Eden” (Il Lato notturno dell’Eden) scrive del Culto della iena Spettrale (Cult of the Spectral Iena).

Un culto apparentemente antichissimo che risale addirittura all’età paleolitica.

Il punto centrale del culto ruotava attorno alla vibrazione di un mantra, il “Bultungin”, un verbo il cui significato era “Trasformo me stesso in una iena”.

Un tipico esempio di formula di shapeshifting, mutazione.

In chiave odierna questa atavica trasformazione si colloca nel diciassettesimo passaggio/tunnel (kala) Qliphotico, governato da Zamradiel. che collega Satariel a Thagirion.


Il Sigillo di Zamradiel


Questo tunnel è permeato dalla presenza della Spectral Hyena, conosciuta anche come Bultu, una creatura ibrida e astrale che vampirizza il malcapitato che si addentra senza preparazione adeguata, nutrendosi della sua energia.

La natura di questo tunnel è una riconciliazione di opposti. Questo fa ripensare alla credenza africana della iena come simbolo dell’unione dei principi maschile-femminile.

Zamradiel è associato specialmente al mutamento della forma astrale, vampirismo, bilocazione e ovviamente stregoneria nel senso generale.

Il Culto della Iena Spettrale è sopravvissuto attraverso i millenni, laddove altre divinità “morirono”, prendendo nomi diversi. È il caso dei Petro Rites nel Vodou Haitiano.

Sia Crowley che Dr. John Dee han considerato questa “Iena Spettrale” una delle tante manifestazione di Choronzon.

Infatti il tunnel di Zamradiel è influenzato dalle forze di Shugal-Choronzon (333+333=666).

Il crepuscolare stato di coscienza, l’Abisso, è la casa della Iena, pronta a nutrirsi, senza fretta.




 
 
 

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