Divinazioni : Catoptromanzia, Piromanzia, Aruspicina
- Hekatean J.
- 11 mag 2018
- Tempo di lettura: 7 min
di Hekatean J.

La divinazione è un argomento molto interessante e di centrale interesse nell’ambito della magia e stregoneria.
In questo primo articolo andremo a vedere cosa si intende per divinazione e quali sono i suoi scopi e inizieremo con lo SPECCHIO NERO.
La divinazione comunemente detta dello specchio nero rientra nella categoria detta Catoptromanzia (dal greco Kàtoptron=specchio). L’idromanzia (acqua) e la cristallomanzia (cristalli) rientrano in questa categoria poiché si opera per via di superfici attraverso le quali si effettuano le arti divinatorie.
In Inglese il termine utilizzato è scrying che vuol dire profetizzare, prevedere, divinizzare.
È bene intanto, come introduzione, chiarire il termine “divinazione”.
Divinazione o mantica (dal greco “mantikè”, l’atto di indovinare) é la pratica o la presunta capacità di ottenere informazioni, altrimenti inaccessibili, attraverso pratiche e fonti soprannaturali. Molta importanza è data ai segni, rivelazioni e/o presagi che tali pratiche possono fornire.
L’Arte divinatoria ha radici antiche. Gli Egizi, i Greci, i Romani e le popolazioni precolombiane consideravano lo specchio un potente talismano capace di stregare la mente degli uomini, neutralizzare gli spiriti malefici e portare via le anime sia dei vivi che dei morti.
Nella Bibbia, nel Vecchio Testamento, Giuseppe figlio di Giacobbe praticava l’idromanzia con la sua coppa “Perchè avete rubato la coppa che il mio padrone adopera per bere e per conoscere il futuro ?” (Genesi 44.5)
Qualsiasi arte divinatoria o tentativo di parlare con gli spiriti era assolutamente proibito dal dio Cristiano Yahvé a chiunque non fosse uno dei suoi profeti o sacerdoti.
Infatti 3 erano i metodi ai quali i Profeti e gli alti sacerdoti del suo popolo ricorrevano per profetizzare e svelare il futuro piano o azione di Dio: il sogno (mezzo onirico), la gnosi, l’efod (oggetto che i sommi sacerdoti indossavano in qualità di oracolo divinatorio).
Ancora oggi sopravvivono credenze popolari e folkloristiche sparse un po’ su tutto il globo terrestre, inerenti gli specchi.
La rottura causa 7 anni di disgrazie; coprirlo per evitare che l’anima di un individuo appena trapassato rimanga bloccata in esso, e via via.
Cosa ha portato in origine all’esigenza della divinazione ?
Certamente la necessità, umana, di rendere il futuro meno ignoto possibile. L’ignoto, il non sapere spaventa in quanto ci priva del controllo del futuro stesso. Avvertiamo la necessità di aver dominio e controllo del nostro futuro, il nostro microcosmo e macrocosmo di conseguenza.
La funzione sociale dell’arte divinatoria si basa su due presupposti semplici : che l’informazione di cui necessitiamo sia a disposizione di qualche entità o forza soprannaturale e che questa possa essere trasferita nel mondo naturale.
Fino a prima dell’avvento e sviluppo della scienza, stregoni, streghe e maghi fungevano da medici in quanto il confine tra magia e scienza ancora non esistevano. Si parla di magia naturale. Basti pensare agli impacchi e bevande a base di erbe usate a scopo terapeutico e preparate dai cosiddetti “stregoni del paese”.
Pratiche di divinazione erano già raccontate dalle antiche tavolette di argilla della civiltà mesopotamica. Sumeri, Accadi e Babilonesi raccolsero e trascrissero migliaia di presagi nel corso dei secoli.
Con l’avvento del Cristianesimo la divinazione fu via via abbandonata nell’uso comune diventando, come detto, un atto assolutamente proibito. Stessa sorte nel mondo islamico.
Andiamo adesso all’argomento principale, dopo aver chiarito il concetto e gli scopi della divinazione per caratteri generali.
Lo scopo dello scrying con lo specchio nero è quello di ottenere informazioni non limitate dal fattore temporale, per cui passato, presente e futuro, attraverso uno sguardo tra i mondi svelati.
Viene usato, in base alle proprie credenze e attività, per conferire e ottenere risposte dagli spiriti dei defunti, entità “angeliche o demoniache”.
Chi pratica questo tipo di divinazione avverte sempre del pericolo di entrare in contatto con larve astrali, spiriti malevoli e minori che, per natura, ingannano tanto durante una seduta spiritica quanto durante una catoptromanzia.
L’oscurità dello specchio magico offre una illusione di profondità indistinta ed infinita.
Da un punto di vista più razionale è il caso di dire che normalmente, la nostra coscienza seleziona gli elementi necessari per fari si che il cervello elabori e completi l’immagine osservata. Nel caso dello specchio nero, gli elementi percepibili attraverso la vista sono nulli e indistinti. L’immagine che se ne ricava è costruita in massima parte dal cervello, con ricordi e proiezioni.
È proprio questa l’utilità dello specchio nero. Attraverso di esso si guarda in faccia il proprio inconscio, rovesciando e reindirizzando la normale visione verso l’interno di sé.
Superare la barriera dell’inconscio permette di attingere all’informazione originale e non filtrata né elaborata. L’informazione allo stato puro e completa dei dettagli e delle sfumature alterate dal processo di elaborazioni visivo-cerebrale.
Si cambia di conseguenza la nostra concezione di realtà sulla base di un’esperienza concreta e profonda.
Lo specchio magico può quindi essere un valido strumento per entrare nella nostra dimensione interiore e scoprire e vedere anche quello che non vorremmo vedere. I nostri mostri, i nostri demoni, il nostro ego.
Ovviamente è un processo che richiede applicazione e dedizione. Occorre sbloccare questa transizione verso la consapevolezza di essere pronti a guardarci per quel che veramente siamo.
È un percorso di libertà e sviluppo interiore.
E se, attraverso gli archetipi, siamo in grado di modellare la realtà in base alle nostre esigenze , attraverso la ritualistica a noi più vicina, avendo una immagine consapevole e decifrata di noi stessi saremo in grado di percorrere la strada di una esperienza autentica e nostra.
Informazioni pratiche
Diverse tipologie di specchio nero:
1 vetro piano annerito sul rovescio con vernice acrilica, di 10/15 cm di diametro. Solitamente utilizzato secondo le tradizioni per l’evocazione degli spiriti e non adatto alla divinazione.
2 specchio concavo, rotondo, di diametro di almeno 30cm. Usato per la Necromanzia e Divinazione.
3 ovale e convesso; alto quasi a misura d’uomo, adatto per Necromanzia e Divinazione.
La divinazione viene eseguita in ore notturne, a lume di candela (da 1 ad un massimo di 3); le candele vanno posizionate ai lati oppure nel caso se ne utilizzi una, dietro lo specchio.
Dell’incenso.
Lo specchio non deve riflettere l’immagine di chi effettua la divinazione.
Un ottimo metodo per caricare lo specchio, secondo le tradizioni, sarebbe quello di lasciar rifletterci su la luce di una luna piena. Ovviamente non dovrà mai riflettere la luce del sole. È consigliabile dopo l’utilizzo avvolgerlo in stoffa o seta nera e conservarlo in un luogo ben chiuso in cui la luce solare non arriva mai (dentro un armadio o un cassetto).
ARUSPICINA
Aruspicina (in latino Haruspex). Il termine designava l’arte divinatoria eseguita dagli aurispici.
Quest’arte divinatoria, originaria degli Etruschi, si diffuse in quasi tutte le antiche civiltà, dai Babilonesi agli Ittiti, Sumeri, Greci e Romani. Ognuno con le dovute differenze e metodi.

Questo tipo di divinazione consiste nell’interpretare le viscere di animali, solitamente pecore o cani sacrificati in onore di determinate divinità prendendo in esame il fegato e l’intestino. A sacrificio compiuto, esaminando ed interpretando le viscere degli animali offerti in sacrificio per espiazione di colpe gli aurispici appuravano se la divinità in questione avesse in qualche modo accettato l’offerta. In caso positivo si tornava ad essere nelle grazie e nei favori della divinità stessa. Questo era il caso del Deipnon, antico rituale ateniese del culto di Hekate strutturato in tre fasi : pasto, espiazione, purificazione. L’espiazione prevedeva il sacrificio di un cane come mezzo espiatorio, seguito dalla divinazione sulle sue viscere.
Ma oltre ad appurare l’esito dell’espiazione, si divinava in questa maniera anche per conoscere il volere degli dèi e predire il futuro.
Il concetto base di quest’arte è da rintracciarsi nella convinzione di una perfetta corrispondenza tra macrocosmo e microcosmo. Per cui la volontà degli dèi poteva manifestarsi sua nel macrocosmo (manifestazioni atmosferiche quali tuoni, lampi, uragani) sia nel microcosmo (interiora degli animali sacrificati). Nulla è lasciato al caso nè alle coincidenze.
Perchè il fegato ?
A quel tempo si credeva fosse la sede della vita, come tutt’oggi i Testimoni di Geova o gli Ebrei valorizzano il sangue e molti occidentali il cuore.
L’arte aruspicina si basava sulla determinazione del templum, ovvero lo spazio sacro su cui si proiettava la suddivisione della volta celeste. Questa si ipotizzava attraversata da due rette perpendicolari: cardo (direzione nord-sud) e decumano (direzione est-ovest). Partendo dalla linea del decumano e andando verso est si delimitava la pars familiaris (dove nel caso degli Etruschi risiedevano gli dèi benevoli, fra cui Tinia e sua moglie Uni, mentre verso ovest la pars hostilis (dove risiedevano gli dèi ostili ovvero gli dèi dell’oltretomba).
Prendendo la linea del cardo e andando verso sud si delimitava la pars àntica, mentre verso nord la pars postica. L’intersezione delle due rette (cardo e decumano) ripartivano la volta celeste in quattro quadranti, ognuno dei quali era a sua volta suddiviso in quattro parti. Il cielo era così composto da 16 settori in tutto, ognuno dei quali costituiva la sede di una divinità diversa.

Per una analisi dettagliata vi segnalo questo link: http://aruspicinaetrusca.myblog.it/2013/05/18/aruspicina-etrusca/
LA PIROMANZIA
Pyr manteiā , dal Greco (pyr + fuoco, manteiā+ divinazione).La Piromanzia fu probabilmente una delle prima forme di divinazione dell’Antica Grecia.Storie e racconti vogliono che le vergini del tempio di Atena praticassero l’arte della divinazione per mezzo della fiamme, il che significava studiare e interpretare il “sacro fuoco” che bruciava senza interruzione nel tempio dedicato alla Dea. La piromanzia in generale consisteva, per l’osservatore ed il praticante comune, nell’osservare e interpretare le fiamme di un fuoco sacrificale. Se il fuoco bruciava in maniera vigorosa consumando velocemente la vittima era da considerarsi un buon segno. Se il fuoco invece bruciava in maniera irregolare e debole veniva interpretato come un cattivo presagio. La piromanzia poteva essere praticata insieme ad altri tipi di divinazioni. Come ad esempio l’Alomanzia (divinazione per mezzo del sale) gettando sale sul fuoco e interpretando l’andamento e le forme assunte dalle fiamme. O ancora la Botanomanzia, gettando fiori o piante sul fuoco col medesimo interesse interpretativo. Vi erano comunque diverse interpretazioni connesse alle fiamme :
se rimaneva unita e formava una punta sola se ne traeva un buon auspicio;
se si divideva in due se ne traeva un cattivo auspicio;
se avesse mostrato tre punte allora si traeva l’auspicio più favorevole;
se la fiamma si allontanava piegando a destra o a sinistra si deduceva da ciò la morte per un malato o delle infermità per coloro che non ne erano ancor presi;
il crepitare della fiamma era annunzio di disgrazie e il suo spegnersi era portatore dei pericoli più orribili.

Comments